L'antica via Salaria
Fin dall'epoca picena il passo di Torrita era uno dei più facili punti di attraversamento dell'Appennino centrale. La riorganizzazione della Salaria come via militare consolare avvenne sotto Augusto. Delle opere realizzate rimangono molti esempi nella zona di Mozzano, come il ponte sul fosso S. Giuseppe ed un muro di sostegno lungo circa 124 metri, a Taverna Piccinini.
Lungo una via così trafficata non potevano mancare le osterie, tuttora rintracciabili anche se non più in funzione. Ecco allora l'osteria della Ciuca, sull'omonimo passo (così chiamato perché per superarlo occorreva aiutare le carrozze con il traino di somari), la taverna Piccinini, la taverna di Mezzo e la locanda di Cavaceppo.
Le antiche chiese romaniche dei S.S. Cosma e Damiano e di S. Emidio conservano esempi notevoli di affreschi devozionali realizzati tra i secoli XIV e XVI. Soprattutto all'interno di S. Emidio colpisce il numero elevato di immagini dedicate a S. Sebastiano, protettore dal flagello della peste. Nella chiesa nuova di Mozzano è conservata la grande tavola di Cola dell'Amatrice proveniente dalla chiesa dei S.S. Cosma e Damiano.
A valle del ponte settecentesco di Mozzano, sulla sponda sinistra del Tronto, si trovano le antiche sorgenti d'acqua salata che venivano sfruttate fin dai tempi antichi per la produzione di candida "salucha" (sale bianco).
A circa 3 km da Ascoli, s'incontra un vecchio enorme platano con il tronco scavato, capace di contenere nella sua "caverna" diverse persone. L'albero apparteneva alla nobile famiglia Parisani, un cui membro vissuto nel secolo XVIII aveva nome Piccione. Il racconto popolare tramanda invece che fosse il rifugio prediletto del brigante Giovanni Piccioni, difensore del papato, fino al suo arresto avvenuto nel 1863.