Rilievo a nord di Ascoli, isolato rispetto alle colline circostanti, l'Ascensione si caratterizza per la presenza di alti strati marini di conglomerato di breccia e sabbia che poggiano su argille e su tufi arenacei. La tradizione popolare accredita al luogo una sacralità persistente; nel medioevo era meta di pellegrinaggi religiosi e, anche adesso, ogni anno a maggio, migliaia di persone salgono sul monte per la festa dell'Ascensione, quando la statua della Madonna, proveniente da Polesio, viene trasferita nella chiesa costruita sulla vetta. Il nome della rupe di Santa Polisia è legato alla leggenda della sfortunata figlia del Prefetto di Ascoli, battezzata da S. Emidio e scomparsa prodigiosamente mentre cercava di sfuggire ai pretoriani.
La formazione dei calanchi è causata da un particolare processo di dilavamento determinato dallo scorrimento di acque superficiali su terreni argillosi. Il fenomeno erosivo crea una fitta rete di solchi a forma di V stretti e ripidi separati da creste aguzze, presenti in molte zone dell'Appennino ed in particolare nella zona del monte Ascensione.
La tradizione vuole sia stato fondato nel 990 da Adamo, abate di Farfa e vescovo di Ascoli. Per secoli il castello è stato un punto di controllo difensivo del Comune di Ascoli sull'antica via per Fermo. Il massiccio torrione fu costruito nel 1460 da maestri lombardi, guarnito con merli, feritoie e lo stemma di Ascoli sopra l'ingresso.
L'antico nome del paese era Vena Carpignana, dalla vena di pietra di gesso sfruttata nella zona fino all'inizio del secolo scorso, e da Carpinius, nome in epoca romana di un proprietario della zona. Di origini incerte, forse fondata dagli ascolani fuggiti all'arrivo dei Longobardi, Venagrande si caratterizza per l'uso della pietra di gesso nella costruzione delle case.
Ultima Modifica: 04 Novembre 2021