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Edicola esterna chiesa S. Francesco

Rosta dell'edicola esterna della chiesa S. Francesco

Nel 1639 il governatore della città di Ascoli Piceno, monsignor Girolamo Cobedò, commissionò a Lazzaro Morelli, la costruzione del tempietto, (dal latino aedicula),  posto all'esterno della monumentale chiesa di s.Francesco, sul lato di piazza del Popolo. Lo scopo di tale edificazione, era dovuto alla sostituzione di un antico rovinato dalle intemperie, dal tempo, e dalla grande devozione popolare per quel posto. Infatti, molte persone vi si radunavano per recitarvi il santo Rosario, e i condannati a morte, vi sostavano dinanzi qualche minuto, per le loro ultime preghiere.

 
Edicola esterna chiesa S. Francesco

Scoccata l'ora della giustizia, il corteo con il condannato, muoveva i suoi lenti passi con il ritmo dei lugubri rintocchi della campana, da piazza Roma (già piazza Montanara), scendeva per via del Trivio, piegando verso piazza del Popolo e costeggiava la chiesa di s.Francesco. Qui si fermava sotto il dipinto, e il condannato rimetteva i suoi peccati. Continuava poi verso via Ancaria, popolarmente chiamata via degli impiccati, dove ad attenderlo c'era il patibolo. Una volta terminata l'esecuzione, la salma non ripercorreva la strada dell'andata, sarebbe stata una grande offesa all'anima, ma veniva fatta passare in una delle tante uscite che le case di via Ancaria hanno verso via Antonio Vipera. L'opera che Francesco Tartufoli, ha realizzato, molti anni dopo, consiste nella rosta, ossia nella parte superiore con forma semi cerchio, mentre la parte sottostante di due cancelletti è lavoro recente. La lavorazione è perfettamente identica ad altre 3 roste poste in via Giudea 55, corso Mazzini 80, via Pacifico Massimi 2.

 

Ultima Modifica: 04 Novembre 2021

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