Forte Malatesta
parete esterna l'ex chiesa di Santa Maria del Lago
10-11-12 Settembre 2021
dalle ore 20.00 alle 24.00
"Virtuale e reale si confrontano per offrire a tutti l'emozione di fare un tuffo nel passato". prof. Stefano Papetti
Da
venerdì 10 a domenica 12 settembre dalle ore 20 alle 24 sguardo puntato sulla
parete esterna del Forte Malatesta, lato ex chiesta della Madonna del Lago, per
ammirare foto storiche inedite.
Solo per tre giorni una
proiezione con foto storiche, in parte dell'Archivio Storico Iconografico di
Ascoli Piceno, in parte tratte dal volume "Ascoli d'epoca. Immagini della
memoria" di proprietà di Capponi Editore. Da venerdì 10 a domenica 12
settembre dalle ore 20 alle 24 sguardo puntato sulla parete esterna del Forte
Malatesta, lato ex chiesta di Santa Madonna del Lago, per ammirare
gratuitamente un carosello di immagini dal fascino intramontabile. Il progetto,
sviluppato dalla cooperativa Pulchra che con Integra gestisce i Musei
Civici di Ascoli Piceno, verrà realizzato grazie al contributo della Regione
Marche, in accordo con l'assessorato alla Cultura e il direttore
delle civiche collezioni, il prof. Stefano Papetti. Durante la visione,
si raccomanda la mascherina e una distanza interpersonale di almeno 1 metro.
Negli stessi giorni è
possibile visitare all'interno del forte una selezione di fotografie in bianco
e nero scattate negli Anni 80 dal dott. Paolo Raimondi all'interno
dell'ex carcere cittadino poco prima di essere abbandonato a favore della Casa
circondariale di Marino del Tronto, un tempo conosciuta anche come Supercarcere
di Ascoli Piceno. Il Forte Malatesta durante il fine settimana è visitabile nei
seguenti orari: venerdì: 10-13/15-19; sabato e domenica 11-19. Biglietto intero
€ 6, ridotto € 4. All'ingresso verrà rilevata la temperatura e verificato
certificato verde Covid-19.
IL PROGETTO - Helmut Newton, uno dei fotografi
più icastici del XX secolo, ha affermato: "Il desiderio di scoprire, la voglia
di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l'arte della
fotografia". In effetti quella che comunemente viene definita una forma d'arte
germinata agli inizi dell'Ottocento attraverso l'incontro di ottica e chimica,
e sviluppatasi grazie al movimento statunitense Photo-Secession, in realtà è
molto altro. I documenti fotografici sono un mezzo di ricerca etnografica, un
ramo dell'antropologia visiva, un patrimonio estremamente prezioso poiché
permette di attestare in maniera analitica lo stato nonché l'esistenza di
luoghi, opere e beni demoetnoantropologici che negli anni hanno subito
cambiamenti o sono andati irrimediabilmente perduti. Una documentazione
inequivocabile come quella fotografica consente un fedele restauro del bene, il
monitoraggio di un sito o di un'opera da tutelare, il ripristino consapevole di
luoghi danneggiati da eventi distruttivi come quelli sismici, la conservazione
nell'immaginario collettivo di un avvenimento segnante dal punto di vista
socio-culturale.
Alla luce di ciò è
stato formulato il progetto Ascoli Piceno: "L'eternità attraverso il
momento" che deve il titolo proprio a una citazione del fotografo
francese Henri Cartier-Bresson, che si vuole omaggiare. L'idea primaria
è quella di raccontare la città così come spesso accade in un ambiente
familiare, attraverso un patrimonio fotografico scrupolosamente conservato nel
cassetto dei ricordi. Attraverso le immagini si cercherà di mostrare al
fruitore "come nel tempo piazze, monumenti e palazzi, siano cambiati al fine di
adattare il tessuto urbano del centro storico alle esigenze e all'ampliamento
della città che cresceva. Ciò significa che verrà presentata una visione di
Ascoli che è esistita per secoli, diversa da come la vediamo oggi, vestita in
modo differente, una città da cui in parte la cittadinanza deriva, e a cui
sente di appartenere; ed è proprio qui che avverrà l'incontro, in questa zona
franca, dove il presente incontrerà il passato". In particolare questo legame
"temporale" fra passato e presente verrà rafforzato dalla scelta della location
e dal mezzo in cui la mostra verrà messa in opera. Si farà leva su un'esigenza
insita in ognuno di noi: conoscere il proprio passato, cercare nel tempo la
risposta a un presente spesso spersonalizzante. Questo passaggio vero e
necessario per tutte le comunità, diventa ancora più incisivo e necessario per
le nostre, colpite dal sisma del 2016. Un evento che inevitabilmente ha segnato
le anime e i luoghi. Guardare al passato, apprezzare le immagini di un tempo
che fu, scrutare i luoghi, i volti, il cambiamento che inevitabilmente ha
attraversato le pietre è un modo per riappropriarsi di una storia, la propria,
e guardare con fiducia verso il futuro.
Ultima Modifica: 04 Novembre 2021