testata per la stampa della pagina
/
condividi

Quartieri, sestieri, rioni, terre e castelli

Dipinto medievale della città di Ascoli Piceno
La città turrita - Pietro Alamanno
 

Il libero Comune medioevale
Le sue origini risalgono alla fine del XII secolo quando Consoli e Senatori promossero l'elezione del Podestà.
Organizzava la festa patronale come evento unificante centrale della propria vita religiosa, politica, socio-economica e ludico-sportiva, sotto forma di ricorrenza calendariale di consuetudine aperta non solo al proprio Comitato territoriale ma anche a rapporti con altre località più lontane.

 
Mappa di Ascoli Piceno, con la suddivisione in quartieri e sestieri
Mappa del Catasto Urbano del 1381

Quartieri e Sestieri
Mentre la città nel medioevo era divisa in 4 quartieri di 6 sestieri ciascuna, più alcuni rioni fuori le mura, la Quintana moderna vede in lizza i cavalieri di 6 sestieri, ridisegnati tenendo conto del mutato assetto urbanistico.

Dagli Statuti del 1377 si desume che la città era divisa nei seguenti quartieri (con i rispettivi sestieri):

 
  1. S. Venantii (1. Scadiarum, 2. Septem saliarum, 3. S. Venantii, 4. Gructarum, 5. S. Augustini, 6. Casalis novi).
  2. S. Jacobi (1. Tribii, 2. Pedis mercati, 3. Lacus, 4. Pontis solestani, 5. S. Jacobi, 6. Portae romanae).
  3. Sanctae Mariae Inter Vineas (1. S. Francisci, 2. S. Anastaxii, 3. S. Maria Intervigna, S. Christopani, S. Petri Adami, 6. Pontis majoris).
  4. S. Emidii (1. Platee, 2. Cannetarum, 3. S. Blaxii, 4. Pedis Aringhj, 5. Capitis Clavicarum, 6. Pedis clavicarum).
 
Immagine di Porta Tufilla
Porta Tufilla

Il Comitato territoriale del libero Comune medioevale

Comprendeva le Terre e i Castelli legati da patti ad Ascoli: presentavano i pali (o i ceri o denaro al Comune in occasione della festa di S. Emidio. Si trattava di patti bilaterali per un rapporto privilegiato tra Ascoli e le città «recommisse» (cfr. «comitatinansa», unico spazio di autonomia locale poi concesso dalla Chiesa).

Dalle pergamene dell'Archivio Segreto Anzianale sec.XIII-XIV e dagli Statuti del 1377 (St. Pop. Lib. II Rubr. 12) risultano Amatrice, Arquata, S. Maria in Gallo, Montemonaco, Force, Patrignone, Porchia, Cossignano, Castignano, Rotella, Quintodecimo.

 
 
Il castello di Arquata del Tronto
Il castello di Arquata del Tronto

Il più antico patto (10 Luglio 1250) è quello con S. Maria in Lapide e prevedeva: nomina del Podestà, alleanza in caso di guerra, contributo all'esercito e alle spese, legislazione comune, concessione di licenza edilizia.

Dal trattato con Pizzorullo (1277) risulta che il valore del palio era legato all'importanza della città che lo offriva.

Nel Quattrocento offrivano il palio S. Maria in Lapide, Montemonaco, Castignano, Force, Patrignone, Porchia, Rotella, Cossignano (dal 1482 Quintodecimo offriva un cero) e Montesampietrangeli (dal 1483).

 

Ultima Modifica: 04 Novembre 2021

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO