Il libero Comune medioevale
Le sue origini risalgono alla fine del XII secolo quando Consoli e Senatori promossero l'elezione del Podestà.
Organizzava la festa patronale come evento unificante centrale della propria vita religiosa, politica, socio-economica e ludico-sportiva, sotto forma di ricorrenza calendariale di consuetudine aperta non solo al proprio Comitato territoriale ma anche a rapporti con altre località più lontane.
Quartieri e Sestieri
Mentre la città nel medioevo era divisa in 4 quartieri di 6 sestieri ciascuna, più alcuni rioni fuori le mura, la Quintana moderna vede in lizza i cavalieri di 6 sestieri, ridisegnati tenendo conto del mutato assetto urbanistico.
Dagli Statuti del 1377 si desume che la città era divisa nei seguenti quartieri (con i rispettivi sestieri):
Il Comitato territoriale del libero Comune medioevale
Comprendeva le Terre e i Castelli legati da patti ad Ascoli: presentavano i pali (o i ceri o denaro al Comune in occasione della festa di S. Emidio. Si trattava di patti bilaterali per un rapporto privilegiato tra Ascoli e le città «recommisse» (cfr. «comitatinansa», unico spazio di autonomia locale poi concesso dalla Chiesa).
Dalle pergamene dell'Archivio Segreto Anzianale sec.XIII-XIV e dagli Statuti del 1377 (St. Pop. Lib. II Rubr. 12) risultano Amatrice, Arquata, S. Maria in Gallo, Montemonaco, Force, Patrignone, Porchia, Cossignano, Castignano, Rotella, Quintodecimo.
Il più antico patto (10 Luglio 1250) è quello con S. Maria in Lapide e prevedeva: nomina del Podestà, alleanza in caso di guerra, contributo all'esercito e alle spese, legislazione comune, concessione di licenza edilizia.
Dal trattato con Pizzorullo (1277) risulta che il valore del palio era legato all'importanza della città che lo offriva.
Nel Quattrocento offrivano il palio S. Maria in Lapide, Montemonaco, Castignano, Force, Patrignone, Porchia, Rotella, Cossignano (dal 1482 Quintodecimo offriva un cero) e Montesampietrangeli (dal 1483).
Ultima Modifica: 04 Novembre 2021