20 e 21 febbraio 2018 alle ore 20.30
Teatro Ventidio Basso
Ascoli Piceno
Medea
di Euripide
traduzione Umberto Albini
con Franco Branciaroli
Antonio Zanoletti, Alfonso Veneroso, Tommaso Cardarelli, Livio RemuzziElena Polic Greco, Elisabetta Scarano, Serena Mattace, Arianna di Stefano, Francesca Maria, Odette Piscitellie Alessandra Salamida, Raffaele Bisegna e Matteo Bisegna
regia Luca Ronconi
ripresa da Daniele Salvo
scene Francesco Calcagnini riprese da Antonella Conte
costumi Jaques Reynaud ripresi da Gianluca Sbicca
luci Sergio Rossi riprese da Cesare Agoni
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati, Piccolo Teatro di Milano
Martedì 20 e mercoledì 21 febbraio prosegue la stagione di prosa del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno realizzata
su iniziativa del Comune e dell'AMAT con il contributo di Regione Marche, MiBACT e
il sostegno di Bim Tronto. In
scena lo
"spettacolo-evento" Medea di Luca Ronconi
con Franco Branciaroli.
A conferma
del valore della proposta, il Teatro Ventidio Basso ospiterà in occasione delle
rappresentazioni dello spettacolo oltre 350 studenti di Ascoli Piceno e San
Benedetto del Tronto nell'ambito di Scuola di platea, seguitissimo progetto di introduzione al teatro per gli studenti degli
istituti superiori promosso dall'AMAT. La partecipazione allo spettacolo è solo
il momento centrale di un programma che prevede anche incontri propedeutici di
approfondimento.
Branciaroli
riallestisce lo spettacolo diretto da Ronconi, di cui fu protagonista
straordinario ed acclamato nel 1996. Un doveroso omaggio al grande Maestro
scomparso nel 2015 da uno degli artisti che ha lavorato con lui più a lungo e
in maggiore vicinanza (basti ricordare spettacoli impressi nella memoria
collettiva come La vita è sogno, Prometeo incatenato, Lolita),
e un'occasione imperdibile di rivedere una delle pietre miliari della storia
registica e interpretativa del secondo Novecento. Lo spettacolo, che vide
Branciaroli nei panni femminili di Medea, è una pietra miliare della storia del
teatro nazionale. Infatti, se le letture in chiave psicologica di Medea portano
a considerare questo personaggio il prototipo dell'eroina combattuta tra il
rancore per il proprio uomo e l'amore per i propri figli e le analisi
sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta
di precorritrice del movimento femminista, in realtà Medea è il prototipo del
minaccioso, impersonato da uno straniero che approda in una terra e si vanta di
avere il primato della civiltà. La sua esclusione è dovuta alla paura di questa
minaccia. "Medea - scrive Luca Ronconi
nelle note di regia - è una 'minaccia', una 'minaccia' che incombe imminente
anche sul pubblico". Per questo suo essere misteriosa e mostruosa può essere
interpretata da un uomo. La sua non è una tragedia della femminilità. "Io non interpreto una
donna - afferma Franco Branciaroli -,
sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile, è molto diverso.
Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci
nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene
una forza che si accanisce sulle nuove generazioni, i suoi figli: 'Medea dallo
sguardo di toro', come viene definita all'inizio. Lei è una smisurata, dotata
di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una
serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna,
la regina, la nuova sposa di Giasone".
Completano il
numeroso cast dello spettacolo - prodotto da CTB Centro Teatrale Bresciano,Teatro de Gli
Incamminati e Piccolo Teatro di Milano - Antonio Zanoletti, Alfonso Veneroso, Tommaso
Cardarelli, Livio Remuzzi, Elena Polic Greco, Elisabetta Scarano, Serena
Mattace, Arianna di Stefano, Francesca Maria, Odette Piscitelli, Alessandra
Salamida, Raffaele Bisegna, Matteo Bisegna. La regia di Luca Ronconi è ripresa
da Daniele Salvo, le scene sono di Francesco Calcagnini riprese da Antonella
Conte, i costumi di Jaques Reynaud ripresi da Gianluca Sbicca, le luci di Sergio
Rossi riprese da Cesare Agoni.
Per
informazioni: biglietteria del teatro 0736 298770.
Inizio spettacolo ore 20.30.
Franco Branciaroli riallestisce la Medea diretta da Luca Ronconi, di cui fu protagonista straordinario ed acclamato nel 1996.
Un doveroso omaggio al grande Maestro scomparso nel 2015 da uno degli artisti che ha lavorato con lui più a lungo e in maggiore vicinanza (basti ricordare spettacoli impressi nella memoria collettiva come La vita è sogno, Prometeo incatenato, Lolita), e un'occasione imperdibile di rivedere una delle pietre miliari della storia registica ed interpretativa del secondo Novecento. E lo spettacolo, che vide Branciaroli nei panni femminili di Medea, è una pietra miliare della storia del teatro nazionale. Infatti, se le letture in chiave psicologica di Medea portano a considerare questo personaggio il prototipo dell'eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l'amore per i propri figli, e le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di precorritrice del movimento femminista, in realtà Medea è il prototipo del minaccioso impersonato da uno straniero, che approda in una terra che si vanta di avere il primato della civiltà. La sua esclusione è dovuta a paura di questa minaccia.
"Medea - leggiamo nelle note di regia di Ronconi - è una 'minaccia', una 'minaccia' che incombe imminente anche sul pubblico". Per questo suo essere un misteriosa e mostruosa può essere interpretata da un uomo. La sua non è una tragedia della femminilità.
Io non interpreto una donna, sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile, è molto diverso. Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene una forza che si accanisce sulle nuove generazioni, i suoi figli: 'Medea dallo sguardo di toro', come viene definita all'inizio. Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone. Franco Branciaroli
Ultima Modifica: 04 Novembre 2021