La Piazza dell'Arengo o Piazza Arringo, è così chiamata dalle adunanze popolari che vi si tenevano, fin dalle origini della vita politica della città, sotto un olmo. Ancora oggi è il centro civile e religioso di Ascoli, segnata dalla presenza della Cattedrale, dei palazzi dell'Episcopio e del Palazzo Comunale detto dell'Arengo.
La Cattedrale sorge sul luogo di un edificio pubblico romano. Già esistente in età paleocristiana, è stata completamente ricostruita a navata unica in forma di croce latina tra la seconda metà del sec. XI e la prima metà del sec. XII. Di questa fase rimangono le basi delle due torri frontali, la cupola e la cripta atta a conservare le reliquie del Santo. Dal 1482, anno della Libertas Ecclesiastica, la Cattedrale subì le trasformazioni più vistose con la costruzione delle due navate laterali, la nuova abside centrale e, nel secolo successivo, l'avanzamento della facciata con l'incorporamento delle torri su disegno di Cola dell'Amatrice, secondo lo schema dell'arco trionfale romano. Altri successivi significativi interventi sono stati: agli inizi del '700 la sistemazione della parte centrale della Cripta per l'inserimento del gruppo scultoreo di S. Emidio; nel 1838 l'apertura della cappella neoclassica del Ss. Sacramento, dove sono ospitati il Polittico di Crivelli e il Paliotto d'argento (seconda metà del `300); negli anni 1884-94 la decorazione ad affresco della cupola e delle volte della navata mediana eseguita da Cesare Mariani.
II Battistero di S. Giovanni è uno dei più notevoli esempi di architettura romanica in Italia. Già esistente in età altomedievale, è stato ricostruito nella seconda metà del sec. XII. All'interno è conservata l'originaria vasca circolare per il battesimo ad immersione. Le forme dell'edificio hanno un chiaro significato simbolico: la parte inferiore a pianta quadrata rappresenta il mondo terreno; la cupola rappresenta il cielo, cioé l'immensità del macrocosmo; la parte centrale ottagona sta ad indicare il battesimo come tramite tra terreno e divino.
Nel 1884 furono inaugurate due fontane gemelle in travertino con inserti in bronzo (cavalli marini, pesce, putti e mascheroni). Le fontane andavano ad affiancare il nuovo monumento a re Vittorio Emanuele II (trasferito in seguito ai Giardini Pubblici).
Il palazzo, sede della Pinacoteca Civica e del Comune, incorpora gli antichi edifici medievali di cui alcune parti sono ancora visibili nelle due sale a tre navate del piano terra (dove venivano immagazzinate le merci destinate ai mercati), e nel vasto salone al piano superiore con copertura a capriate. Il palazzo fu ristrutturato dalla fine `600 al 1745 dall'architetto Giuseppe Giosafatti e da suo figlio Lazzaro che realizzarono una nuova facciata, avanzata, modificando un precedente progetto di Giambattista Cavagna, architetto della Santa Casa di Loreto. I finestroni della facciata furono arricchiti da cornici, trabeazioni, cariatidi e telamoni. Le arcate del portico furono alzate tanto da interrompere il cornicione del piano nobile, scelta che attirò non poche critiche.
Il palazzo consta in realtà di tre diversi edifici: il nucleo minore (sec. XV), il nucleo principale completamente ristrutturato nel `700 e il palazzo Roverella (prima metà del sec. XVI). Quest'ultimo è fra i tre sicuramente il più notevole, in quanto tipico esempio di palazzetto bugnato rinascimentale; sullo spigolo del palazzo si affaccia un mascherone con stemma vescovile che nasconde una bocca da fuoco.
Ultima Modifica: 04 Novembre 2021