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L'impronta botanica di Antonio Orsini nella Città di Ascoli Piceno


Da Piazza Arringo, dopo aver visto il busto nel giardino del Palazzo dell'Arengo (realizzato da Romolo del Gobbo), si prosegue alla volta dei giardini Pubblici di Porta Maggiore. Si fa notare come l'estensione degli stessi un tempo sia stata più ampia, terminando alla fine di Via XX Settembre. Nell'area superstite ci sono ancora degli alberi monumentali del primo impianto. Nell'attuale porzione rimasta antistante corso Vittorio Emanuele, degni di nota sono diversi esemplari di notevoli dimensioni. Si osservano, dietro all'esedra con la statua di Francesco Stabili (Ancarano, 1269-Firenze, 1327), i due maestosi cedri del Libano (Cedrus libani A. Rich.) un cipresso (Cupressus sempervirens L.) ed una magnolia (Magnolia grandiflora L.), tutti alberi piantati da Orsini. Da qui c'è una bella visuale dell'antico Forte Malatesta, del ponte di Cecco- che può essere percorso a piedi-e della ex Dogana Pontificia. Si attraversa davanti alla Chiesa del Carmine e si inizia a scendere lungo Corso Mazzini, giungendo al Palazzo Malaspina civico nn. 224-226, dove si osserva il loggiato terminale lungo tutto il fronte, composto da 18 arcate rette da 20 colonne imitanti tronchi d'albero dai grossi rami recisi. Si percorre fino in fondo Corso Mazzini, passando davanti a Palazzo Catenacci (dove dal 1995 al 2006, è stato esposto il Museo Orsini) e si giunge a Porta Romana. Qui si osservano i monumentali platani con il loro impianto alternato e si cerca il gelso papirifero, anche vicino alle vecchie mura («in origine erano 80 platani occidentali e 80 mori papiriferi. La piantagione venne fatta nell'inverno 1824-1825. Ne fu direttore Antonio Orsini. Il quale fece inframmezzare i platani ai mori, ma essendo questi di sviluppo più precoce dei platani furono tolti non appena divennero ingombranti»).

Link per la ricerca del gelso papirifero: Broussonetia papyrifera (L.) L'Hér. ex Vent. 
https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=1359
https://www.actaplantarum.org/galleria_flora/galleria1.php?aid=1717

Per chi vuole si può continuare alla volta della «città del silenzio» (Cimitero). Giunti al termine di Viale Treviri, si gira a destra e si attraversa il ponte della circonvallazione ovest. Al termine del ponte su entrambi i lati del camminamento pedonale, si scendono delle scalette che portano in Via San Serafino da Montegranaro. Qui giunti si seguono i cipressi, in direzione ovest, giungendo all'ingresso principale della parte antica del Cimitero. Si osserveranno prima delle scalette che portano al Famedio uno dei due cedri piantati da Orsini con le sue mani mentre con molta probabilità i cipressi, anch'essi piantati da Orsini, sono quelli attorno all'ossario. È bello che uno dei due cedri piantati da Orsini vegli ancora oggi sul percorso che conduce al suo riposo terreno nel Famedio (Tranquilli, Mariotti). I cimiteri sono vere e proprie antologie di storia: a sinistra prima delle scale del Famedio, c'è la tomba di Romolo de Gobbo (Ascoli Piceno, 1858- ivi, 1912) da lui realizzata per sé, nel 1910, dove è andato prematuramente a riposare.


Gli scritti virgolettati, così come i percorsi orsiniani sono tratti dal libro di Maria Luce Sestili "Antonio Orsini 1788-1870 passato e presente in continua evoluzione" Lìbrati, 2018.


 

Ultima Modifica: 04 Novembre 2021

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