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Sulle vie del gelso e della seta


Itinerario storico-botanico
Gli insegnamenti di Orsini guidano il nipote Giovanni Tranquilli nella sua crescita scientifica e umana.

«Ma l'industria che ha veramente trasfigurata Ascoli è stata la bachicoltura. In passato la trattura della seta, fatta dalle filande Marcatili, Silvestri, ha fatto popolare la valle di gelseti e di bigatterie. Poi il cav. Giovanni Tranquilli, dopo studi, ricerche, fatiche di parecchi anni, riesce a creare la nuova industria del seme-bachi mediante la rigenerazione di razze indigene per selezione fisiologica e microscopica» (Club Alpino Italiano, sezione picena 1889).
Antonio Orsini è già noto per i suoi studi e le scoperte in ambito scientifico e partecipa alle riunioni degli Scienziati Italiani. Nella farmacia Orsini, in una sala attigua su retro, si riunisce con il sor Antonio, un nutrito gruppo di amici, intellettuali e non. Qui si leggono lettere, si commentano i fatti cittadini del giorno e si respira un clima di Italia unita (questi incontri sono usuali nella Farmacia più in vista della città, analoghi incontri si tengono anche nella Farmacia Quartapelle a Teramo). A queste riunioni partecipa anche Giovanni Tranquilli, figlio di Marianna, sorella di Orsini. Quel clima e quelle idee coinvolgono sicuramente il ragazzo spingendolo a partecipare al Risorgimento insieme allo zio Antonio quando questo sessantenne si arruola come volontario per combattere. Congedati entrambi, Giovanni inizia lo studio delle Scienze Naturali a Pisa, gli insegnano gli amici professori dello zio. Ha frequenti contatti anche con il prof. Parlatore. Nel 1853 assume il controllo della filanda per la bachicoltura fondata dal padre, in Ascoli. Riesce, mediante incroci tra le razze e seguendo gli insegnamenti ed il metodo scientifico di Pasteur dell'osservazione al microscopio, a debellare la malattia pebrina dei bachi da seta (causata da un protozoo parassita) creando una varietà resistente all'infezione.

L'itinerario inizia da Piazza Arringo dal giardino del Comune al cui interno vi è il busto di Antonio Orsini. Da qui si raggiunge Piazza Roma dove «al terzo piano del Palazzo di proprietà dei sigg. Silvestri si conserva il Museo di Storia Naturale del senatore Antonio Orsini ereditato dal cav. Tranquilli, il quale facendolo collocare in appositi armadi, ne affidò il riordinamento e la cura al prof. Alessandro Mascarini» (Club Alpino Italiano, Sezione Picena, 1889). Sempre qui in Pazza Roma, a quei tempi chiamata Piazza Montanara, vi è stato uno degli stabilimenti bacologici di Giovanni Tranquilli, quello dove si eseguiva la selezione microscopica del seme-bachi, scegliendo le uova prive di pebrina, è il palazzo dove attualmente ha sede la libreria Rinascita. Si percorre via Pretoriana fino in fondo e dopo una breve sosta al Palazzo Mariotti, in via Tito Betuzio Barro n. 14).  Salendo da via Pretoriana è l'ultima casa sulla destra. Giunti al Palazzo Mariotti si osserva bene la struttura in cui è possibile «leggere» gli ampi spazi areati per la bachicoltura (perché anche questo edificio è stato uno stabilimento di Giovanni Tranquilli). Si scende ora per via Massimo d'Azeglio (l'archetto) su Lungo Castellano Sisto V. Proseguendo su Viale De Gasperi si osserva sulla destra lo stabilimento Bacologico Erasmo Mari, (ex seminario della città, è dietro al parcheggio, al lato della Chiesa di San Vittore). Si attraversa il ponte di Porta Maggiore, si percorre un breve tratto di Via Giovanni Tranquilli, si taglia su Via Milano, immettendosi su Via Aosta e si giunge davanti all'ex stazione di Gelsicoltura e Bachicoltura, oggi sede del Gruppo Carabinieri Forestali, riconoscibile perché recintata, il cui ingresso è su Viale Benedetto Croce n. 55 e 57. L'area dell'antica stazione sperimentale è stata un tempo molto vasta (cinquemila metri quadrati) qui era ospitato un gelseto con 50 diverse cultivar, di cui 20 di provenienza italiana e 30 di provenienza straniera (cinesi e giapponesi). Sopravvivono ancora oggi alcune di queste. Si può ben vedere solitario all'interno dello spazio demaniale dei carabinieri forestali- da Via Siena- un maestoso gelso Morus alba L. cultivar nervosa.
https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=5195

All'imbocco da Viale Benedetto Croce su Via Aosta costeggiando la recinzione ci sono sei gelsi, i primi due (potati recentemente 2020), probabilmente cultivar piramidale, gli altri quattro con foglia larga e chioma tondeggiante. Dei 50 gelsi originari dell'impianto oggi ne sopravvivono solo 8. 

Parte di quell'antica area ora è un parco pubblico con libero accesso, costeggiando Via Siena accanto alla casetta rosa del bar si osserva un altro maestoso gelso, che si può vedere da vicino e toccare entrando da Viale Vittorio Emanuele Orlando. Sul lato della recinzione del parco pubblico di Viale Vittorio Emanuele Orlando si fanno notare per la loro maestosità quattro esemplari di Sequoiadendron giganteum (Lindl.) J. Buchholtz.
https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=8960

Sul lato di via Siena all'incrocio con Via Parma, ci sono due esemplari arborei di Broussonetia papyrifera (L.) L'Hér. ex Vent. In Cina la pianta è utilizzata in sostituzione del gelso per l'allevamento del baco da seta oltre che per la produzione della carta.
https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=1359

In Viale Benedetto Croce, alla sinistra del cancello di ingresso si fa notare per il suo fogliame sempreverde Cinammomum camphora (L.) J. Presl (albero della canfora). Questo è facilmente riconoscibile perché si è sviluppato con il tronco diviso alla base.

Ritornando su Viale Marconi, si inizia a salire alla volta della Fabbrica di Spiriti, a forma di Castello, fatta costruire da Giovanni Tranquilli intorno al 1907 circa. È stato uno stabilimento bacologico, in seguito vi è stato prodotto e conservato vino. Inoltre vi si distillava e dai residui della vinificazione si ricavava cremor tartaro, un sale capace di fissare coloranti, molto richiesto dalle industrie tessili dell'epoca. Si può vedere dalla strada la Torre, l'area chiusa non è curata ed è invasa dai rovi.
Si prende ora la via del ritorno verso Piazza Arringo. Si ripercorre il Ponte di Porta Maggiore e davanti alla Chiesa del Carmine si scende su Corso Mazzini. Giunti al Palazzo Malaspina, civico 224-226, si alzano gli occhi al loggiato terminale lungo tutto il fronte, composto da 18 arcate, rette da 20 colonne imitanti tronchi d'albero dai grossi rami recisi. Essi rappresentano per alcuni storici alberi di gelso, di cui si nutrono i bachi da seta, fonte di reddito, della Famiglia Malaspina che sarebbe stata la prima, intorno al 1500, a dedicarsi a questa attività. Si osservi anche lo stemma in cui si riconoscerebbe sui rami dell'albero il sorosio, l'infruttescenza del gelso.  Si continua su Corso Mazzini fino all'incrocio con Via Trieste, ci si trova di fronte la Farmacia R. Loffreda è a loro che è passata la licenza della Farmacia Orsini ai primi del novecento. Si risale Via Trieste alla volta di Piazza Arringo osservando l'ultimo palazzo sulla sinistra: Palazzo Tarlazzi (dedicato inizialmente anche questo alla Bachicoltura).
Per i più curiosi si fa presente che gli stabilimenti bacologici censiti in Ascoli e negli immediati dintorni, tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, risultano essere circa 50. Giovanni Tranquilli è proprietario di quattro stabilimenti: tre sono in città: Piazza Montanara (oggi Piazza Roma) dove si fa la selezione microscopica del seme-bachi, Via Tito Betuzio Barro n. 14 e località il Pennile. L'ultimo è lungo la strada per Venarotta e quindi non raggiungibile a piedi, si trova a Faiano dove si produce il seme bachi.


Gli scritti virgolettati, così come i percorsi orsiniani sono tratti dal libro di Maria Luce Sestili "Antonio Orsini 1788-1870 passato e presente in continua evoluzione" Lìbrati, 2018.


 

Ultima Modifica: 04 Novembre 2021

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