30 marzo 2022
Teatro Ventidio Basso
(fuori abbonamento)
di Flavia Mastrella, Antonio Rezza
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
(mai) scritto da Antonio Rezza
habitat Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli
luci Mattia Vigo
luci e tecnica Daria Grispino
organizzazione generale Stefania Saltarelli
produzione RezzaMastrella, La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello
Il
telecomandato gira in cerchio: la spensieratezza non ha luogo. Entra la
ferraglia con la pelle appesa. E con la voce forte. Si gira e se ne va. Urla da
lontano parole piene d’eco. Torna e se ne va. L’eco ammutolisce. Un taxi
perduto è un lamento mancato, disperazione in cerchio con autocritica fasulla,
vittimismo di regime, modestia tiranna e tirannia del consueto. Tutto ciò che
si assomiglia va al potere. E Rocco e Rita a fare uno il verso non dell’altro
ma dell’uno. A imitar se stessi c’è sempre da imparare. Ma chi imita se stesso
è la cancrena nell’orecchio di chi ascolta. E marcisce l’ambizione. L’ansia non
è uno stato d’animo ma un errore posturale. Forma e demenza non viaggiano mai
sole. Tra le dune di un deserto, uccelli migratori volano felici sulla testa di
due uomini sereni, lievemente turbati dall’arroganza del potente di turno,
essere antropomorfo con le braccia malformate dal compromesso elettorale. La
cultura è fatta a pezzi da chi ama sceneggiare. E poi la voce di uno fa parlare
l’altro che muove la bocca per sentito dire. E si lamenta del suo poco parlare
con la voce che lo fa parlare. Litiga con la voce che lo tiene al mondo.
Applausi a chi ha ben poco da inchinare. Rarefatta dalla santità, Rita da
Cascia oltraggia la provenienza, si ama non per sentimento ma per residenza:
siamo sotto un fratto che uccide, si muore per eccessiva semplificazione. Il lottatore
di sumo desume che dedurre è un eccesso. Sindoni a confronto con cartoni
animati redentori. Guerrieri di ritorno da niente e specchi carnefici a mettere
parole in bocca allo specchiato.
F.M. e A.R.
Note di Antonio -
Si può parlare con
qualcuno che ti dà la voce? Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la
domanda?
Due persone discorrono
sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare:
sospetta il tranello ma non ne ha la certezza. La manipolazione è alla base di
un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la
violenza espressiva. Mai come in questo caso o, per meglio dire, ancora come in
questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della
letteratura, è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Noi
siamo pronti a regnare. Bisognerebbe morire appena un po’ di più.
Note di Flavia -
L’habitat Fratto_X è un impeto da suggestioni
fotografiche. Le immagini raccontano la strada che corre e l’impossibilità di agire.
Scie luminose si materializzano con l’inquietante delicatezza dei fiori visti
da vicino.
Fratto_X è un ideogramma, insegue la leggera
freschezza vibrante del tratto e il colore saturo dell’immagine in 3d. Una
distesa di pelle calda organizza figure antropomorfe, sommerse dalla carne e
dalla carnalità, vittime disponibili alla persuasione di massa. L’inutilità
permea e comprime i personaggi che si affacciano da un divieto X. La Sedia,
mezzo mutante color azzurro, pelle e ruggine, è presa in prestito dal
teatro di narrazione. Il Telecomandato geneticamente alterato e il Miracolo
dell’urbanizzazione sono sculture mobili dipendenti. La carcassa del
guerriero viene riproposta come presenza epica solo nella forma e
nell’atteggiamento.
Ultima Modifica: 11 Gennaio 2022