Teatro Ventidio Basso
Stagione 2025/26
14 e 15 aprile 2026
Sabato, domenica e lunedì
commedia in tre atti di Eduardo De Filippo
con Teresa Saponangelo, Claudio Di Palma
e con Pasquale Aprile, Alessandro Balletta, Anita Bartolucci, Francesco Biscione, Paolo Cresta, Rossella De Martino, Renato De Simone, Antonio Elia, Maria Cristina Gionta, Gianluca Merolli, Alessandra Pacifico Griffini, Paolo Serra, Mersila Sokoli
regia Luca De Fusco
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
aiuto regia Lucia Rocco
produzione Teatro di Roma -Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale
Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Biondo di Palermo, LAC Lugano Arte e Cultura
Dei massimi capolavori del teatro di Eduardo Sabato, domenica e lunedì è il testo più borghese, quasi cechoviano; la
sua conclusione lieta sembra la meno agrodolce, la più sinceramente solare.
L’autore dice che anticipa il tema del divorzio, ma a me non sembra. Talvolta
l’opera acquista un valore autonomo dalle intenzioni del creatore. Io penso
invece che la lieta riconciliazione di Rosa e Peppino ci commuova oggi forse
più di ieri perché evidenzia la capacità di questa grande famiglia di comporre
i conflitti. Appena esplode un temporale zia Memé si trasforma da anticonformista
in angelo del focolare e i figli, invece di mostrare traumi che si
trascineranno per il resto dei loro giorni (come saremmo portati a pensare
oggi), sdrammatizzano la plateale litigata dei genitori. Tutti poi sono molto
attenti a proteggere il nonno dalle amarezze di una domenica sbagliata. Insomma
la famiglia De Piscopo è una vera famiglia, compatta e affezionata ai propri
rituali. Ci commuove anche perché sa curare le proprie ferite e tiene alla
salute del gruppo come ad un valore. Le donne, com’è giusto che sia, non
preparano più la camicia e i calzini ai mariti e non dedicano più ore ed ore
alla preparazione del mitico ragù. Quella famiglia si reggeva però su un
equilibrio, che non abbiamo ancora ritrovato. Che dire poi della tenerezza che
ci fanno Rosa e Peppino? Una che va in crisi per la competizione culinaria con
la nuora, l’altro che si inventa una gelosia tolstoiana sul nulla.
Rileggendo questo capolavoro ci viene da rimpiangere più l’equilibrio
perduto che l’anticipazione dei futuri conflitti. Ed emerge forse il rimpianto
di Eduardo per una famiglia “normale”, da lui mai avuta.
Dal punto di vista della scrittura scenica, mai come stavolta, cercherò di
essere un regista-interprete, che non si azzarda a spostare una nota della
partitura, come un buon direttore d’orchestra, piuttosto che un
regista-demiurgo che tende a diventare il vero autore dello spettacolo.
Nel 2018 misi in scena Sabato, domenica e lunedì nel celebre Teatro
Vachtangov di Mosca. In quel caso decisi di usare una mano registica molto
lieve, partendo dal presupposto che il pubblico russo non conoscesse la
commedia, mai messa in scena, fino ad allora, nella loro lingua. Più vado
avanti nel lavoro e più mi convinco che questo atteggiamento sia giusto anche
in Italia.
Sia perché sono quasi venticinque anni che non viene rappresentata nel
nostro paese, sia perché penso che Eduardo sia come Goldoni: si può
interpretare, ma non stravolgere.
Siamo ormai abituati a far coincidere la parola “inquietante” con una
definizione elogiativa di uno spettacolo. Ma non è così. Non è detto che far
sorridere significhi far uscire dal sentiero dell’arte teatrale: Goldoni,
Mozart, Cimarosa lo sapevano bene. E anche noi dobbiamo talvolta ricordarlo.
Luca De Fusco
BIGLIETTERIA DEL TEATRO
Tel.: 0736 298770 dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30
Nei giorni di spettacolo il botteghino del teatro, inoltre, sarà aperto nei 45 minuti precedenti l’inizio della rappresentazione
INIZIO SPETTACOLI
feriali ore 20.30 - domenica ore 17.30
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Ultima Modifica: 29 Settembre 2025