24 novembre 2019 - 2 febbraio 2020
Ascoli
Piceno, Forte Malatesta
Conferenza
Stampa
23
novembre 2019, ore 12.00
Sala Conferenze - Forte
Malatesta
Inaugurazione
24 novembre 2019, ore 11.00
Sala
Conferenze - Forte Malatesta
Orari
di apertura al pubblico:
lunedì
- chiuso
martedì
e giovedì - 10.00/13.00
mercoledì
e venerdì - 15.00/18.00
sabato,
domenica, festivi e prefestivi - 10.00/13.00 - 15.00/18.00
25
dicembre chiuso
Biglietti
Intero
€ 6.00;
Ridotto € 4.00 per gruppi e per chi ha diritto alla riduzione (FAI,
COOP, TOURING CLUB)
A tre anni dal terremoto del 2016 tornano nei "luoghi del sisma" 51 opere d'arte restaurate a cura di Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, con il supporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e il contributo della Regione Marche, destinato agli eventi espositivi e alla valorizzazione e promozione del territorio e del suo patrimonio culturale.
La prima delle tre tappe previste per la mostra itinerante - che intende raccontare e illustrare i risultati di questa campagna di restauri - sarà Ascoli Piceno, città posta nell'area del 'cratere', presso il Forte Malatesta, nei suggestivi ambienti progettati da Antonio da Sangallo il Giovane, dove verrà esposta una significativa selezione di 37 opere.
Il 24
novembre si inaugura al Forte Malatesta di Ascoli Piceno la mostra Rinascimento marchigiano. Opere d'arte
restaurate dai luoghi del sisma a cura di Stefano Papetti e Pierluigi
Moriconi, frutto della convenzione siglata da ANCI Marche e Pio Sodalizio dei
Piceni nel 2017, con cui si è avviato un importante lavoro di recupero delle
opere d'arte danneggiate e ora, a tre anni di distanza, tutto è pronto per
mostrare i risultati ottenuti.
In collaborazione con la Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, è stato individuato per il
recupero e il restauro un nucleo di 51 opere marchigiane di proprietà di 17
differenti Enti pubblici ed ecclesiastici delle province di Ascoli Piceno,
Fermo e Macerata.
In
mostra 37 opere che "vanno
dal '400 al '700, alcune dall'alto valore devozionale e non storico-artistico
ed altre invece dal grande valore storico-artistico", come spiega il
curatore Stefano Papetti. Tra queste crocifissi lignei e vesperbild di ambito tedesco, che ancora oggi si trovavano
all'interno delle chiese come oggetti di culto da parte dei fedeli. Non mancano
però nomi importanti come Jacobello del
Fiore con la serie delle Scene della
vita di Santa Lucia provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo, Vittore Crivelli con la Madonna orante, il Bambino e angeli
musicanti di Sarnano, Cola
dell'Amatrice di cui spicca la Natività
con i santi Gerolamo, Francesco, Antonio da Padova e Giacomo della Marca
dalla sacrestia della Chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno. E ancora da
Roma Giovanni Baglione e Giovanni Serodine che dalla Svizzera
seguì nella capitale l'esempio di Caravaggio. Tutti autori di indubbia fama che
nelle Marche sono nati o che vi hanno soggiornato e che hanno contribuito a
modificare la geografia della Storia dell'Arte.
Gli interventi di restauro
sono stati eseguiti da tecnici tutti marchigiani, in collaborazione con
l'Università di Camerino e l'Università di Urbino e la direzione scientifica
della Soprintendenza, che con innovative analisi diagnostiche hanno valutato lo
stato di conservazione di ciascuna opera. Questi interventi non soltanto hanno
consentito di porre rimedio ai danni subiti dalle opere, ma hanno permesso di
effettuare nuove attribuzioni e di acquisire nuove conoscenze relative alla
tecnica pittorica ed ai materiali usati dai pittori, accrescendo le conoscenze
che si avevano su questo patrimoni e aprendo la strada a molti studi
scientifici. Per dare conto di queste nuove acquisizioni, il catalogo è stato realizzato
affiancando alla scheda storico artistica dell'opera la relazione
dell'intervento di restauro ed i risultati delle indagini diagnostiche che lo
hanno preceduto.
La mostra Rinascimento marchigiano. Opere d'arte restaurate dai
luoghi del sisma rappresenta un viaggio
nella religiosità popolare marchigiana attraverso un affascinante percorso
stilistico e iconografico che, partendo dal centro della regione arriva fino
alla costa, era stato già definito da Federico Zeri e Pietro Zampetti cultura adriatica.
Proprio per questo la mostra
è stata pensata come un evento espositivo itinerante che, dopo la prima
tappa di Ascoli Piceno, dal 18 febbraio al 5 luglio 2020 approderà a Roma,
presso il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei
Piceni, che ha permesso il restauro delle opere insieme ad ANCI Marche, e
infine si concluderà a Palazzo del Duca di Senigallia, dal 23 luglio al 3 novembre 2020, per
favorire la conoscenza dell'operazione al grande pubblico, nazionale ed
internazionale, che gravita nel periodo estivo lungo la costa adriatica.
L'obiettivo della mostra è
anche quello di rendere fruibili le opere restaurate da qui in futuro, come
spiega Pierluigi Moriconi della Soprintendenza dei Beni Architettonici delle
Marche e curatore di dell'esposizione: "Terminate
le mostre, le opere che non potranno essere ricollocate nelle loro sedi
originali perché crollate o non ancora restaurate, saranno collocate in 8
depositi e lì saranno sempre a disposizione del pubblico".
Per
Info, prenotazioni e attività didattiche
http://www.ascolimusei.it
(+39)
0736 298213 ▪
(+39) 333 3276129
info@ascolimusei.it
Ultima Modifica: 04 Novembre 2021